Donne in gravidanza e toxoplasmosi

Quando una donna riceve conferma di una gravidanza, non è difficile che le vengano dati mille consigli da chiunque.  Se per caso poi avesse un gatto in casa: Tragedia!! Pericolo Toxoplasmosi “Devi assolutamente darlo via!!” Lungi da noi l’intenzione di minimizzare sulla gravità di questa malattia, vorremmo tuttavia rassicurare (forti di studi recenti e dichiarazioni anche pubbliche di medici Veterinari) le future mamme, facendo un quadro,  auspichiamo, quanto più chiaro possibile  in merito. Fra gli innumerevoli esami medici consigliati alle donne fin dall’inizio (e anche prima) di una gravidanza, vi è un Test che determina se si è positivi o meno alla Toxoplasmosi.

 

Il risultato positivo ci informa che la malattia è stata precedentemente contratta sviluppandone quindi gli anticorpi e linfociti specifici,  rendendoci in questo modo protetti da recidive per  tutto il resto della vita. Test possibile anche per il gatto (che può essere contagioso solo per un limitatissimo periodo di massimo di 15 giorni in tutta la sua vita!!).Se poi il nostro gatto è totalmente casalingo, ovviamente le probabilità diminuiscono esponenzialmente. In caso di Negatività sarà invece indispensabile, per tutta la durata della gestazione, prestare più della solita attenzione a due semplici norme:

 

Alimentari, delle quali il vostro Medico vi avrà sicuramente informato: mangiare carne ben cotta e frutta e verdura lavata accuratamente, specialmente se proveniente dagli orti privati.

Igieniche: modificando la gestione della lettiera del gatto, assegnando ad un altro familiare il compito della pulizia giornaliera e aumentando la frequenza del rinnovo totale della sabbietta.

 

O quanto meno, quando inevitabile,  usare dei guanti , facendo attenzione, dopo l’operazione, a lavarsi bene le mani.  Stessa cosa se ci si occupa di giardinaggio. Innanzitutto va spiegato che il toxoplasma è un parassita del gatto (e altri mammiferi) e viene eliminato attraverso le feci in forma di ovocisti, che contaminano l’ambiente. Difatti, la probabilità di contrarre la malattia, è legata al contatto diretto delle sue feci, o per essere più specifici, al terriccio umido che le contiene, dove prolungano il rischio contagio fino a 24/48 ore. Le indagini dimostrano infatti, quanto sia più probabile che  il contagio avvenga  attraverso l’assunzione di carni crude o poco cotte di animali contaminati (insaccati, affettati, carpacci…) e di verdure e frutta non lavate con attenzione, piuttosto che dal nostro gatto.E’ questo il motivo per cui si riscontrano più positivi in paesi con scarse abitudini alle basilari norme igieniche. Seguire questi soli pochi consigli vi permetterà di vivere e godere di un’esperienza, senza dubbio,  unica per ogni donna, senza privarsi dell’amata compagnia del vostro gatto, come ci dimostrano fra l’altro, la moltitudine di madri Dottoresse in Veterinaria che esercitano da più anni.

 

Orsù dunque, future mamme in dolce attesa: prendendo le dovute precauzioni, allietate  questi  bei momenti continuando ad accarezzare (per  quanto si concedano!) queste splendide e vellutate creature della natura: sicuramente farà bene a voi, al gatto… e al bebè !